FESTIVAL DELLO SVILUPPO SOSTENIBILE
Per la prima volta, la città di Treviso ha partecipato attivamente al Festival Nazionale dello Sviluppo Sostenibile, grazie ad una importante collaborazione tra, amministrazione comunale, museo civico Luigi Bailo e Slow+Fashion+Design. Dal 31 maggio al 2 giugno, Slowfashiondesign, ha esposto alcuni oggetti di design e opere artigianali.
Les Amants
Les Amants, una lampada dello studio Quiet architecture. Materiali, tecnologia e natura si sono amalgamati in una elaborazione progettuale che ha come scopo ultimo un oggetto molto iconico, riciclabile e sostenibile.
La forma della lampada racconta una storia d’amore. L'amore per la natura e la natura che ci ri-ama.
L’albero, nelle sue forme, in qualche modo si umanizza ed esprime la parte migliore dell’uomo, il suo sentimento più alto: l’amore che si concretizza in un abbraccio.E dall’abbraccio, dall’unione dei due corpi nasce la luce, da qui il nome Les Amants. Architetto Moris Valeri e architetto Alberto Salvadori
Vulcano
Vulcano un’opera di Chiara Destro, due vasi in terracotta smaltata, ha i colori e le texture della terra che esplodono in tutta la potenza del “Vulcano” da cui il nome.
Di sé Chiara dice, “Dalla Natura prendo ispirazione per creare le mie opere. Sulla terra, attraverso la ripetizione del gesto, lascio impronte di me”.
ArT.o1 Collezione Artistica
ArT.o1 Collezione Artistica occhiali disegnati da Valentino Mattellone per W-Eye.Gli occhiali W-Eye hanno inizio durante la scelta dei fogli di legno, selezionati secondo le loro caratteristiche meccaniche ed estetiche e si alternano a fogli di alluminio, intercalando le fibre longitudinalmente e trasversalmente, in modo che il materiale composito sia flessibile e resistente allo stesso tempo.
Infine sono rifiniti manualmente ad uno ad uno e nè è marchiata la tracciabilità per questo ogni pezzo è sartoriale e unico.
0024/Cotta Blu’n me
0024/Cotta Blu’n me, una borsa in tela di cotone indaco cimosato, ad edizione limitata Sbittarte, realizzata e dipinta a mano da Diego Meneghetti di Meidea.
Una borsa dalle linee essenziali che porta in sé un importante studio dei materiali, della tecnica di pittura e della cura dei dettagli, come tutta la linea Blu’n me è stata ideata e realizzata esclusivamente in Italia.
Ad un soffio da te
Ad un soffio da te di Giuliano Pagot, Natural Designer & Arte Povera. Ha presentato un’opera dove l’arte è impreziosita dalla semplicità di piante autoctone ed elementi vegetali in perfetto equilibrio estetico.Per Giuliano, l’utilizzo sottile e giocoso delle parole è parte integrante dell’opera, l’importante componente vegetale rende uniche e irripetibili tutte le sue creazioni.
Iris & Gang
Iris & Gang un totem realizzato con un insieme di anelli in terracotta fatti interamente da Petra Hegge. Artista di origine olandese naturalizzata nel Veneto.
“Mi affascina l’idea che gli anelli possono sia essere elementi solitari ma insieme hanno un effetto completamente diverso”, così come le persone, gli anelli sono pezzi unici, ma a seconda di come uniscono formano opere d’arte sempre interessanti e diverse.
Collezione Venier
Collezione Venier di Mun vetro e legno, materiali straordinari, ricchi di fascino e storia. La tradizione vetraria italiana, così come l’ebanisteria, è nota e ammirata nel mondo.
Ogni manufatto Mun è forgiato da artigiani che si tramandano tecniche antiche, come la classica soffiatura con cannula che da valore aggiunto di unicità.
Museo Bailo
L’attuale Museo Luigi Bailo in Borgo Cavour, occupa gli spazi che furono di un convento di origine rinascimentale che ospitò fin dal 1882 il Museo Trevigiano.Dopo il bombardamento del 1944 e a causa degli ingenti danni, l'edificio poté essere riaperto soltanto nel giugno 1952. Fu solo a partire dal 1959 che divenne sede anche della raccolta comunale di arte moderna oltre alla sezione archeologica, pinacoteca già presenti.
Con l’ultimo intervento di restauro nel 2015 il museo è stato ridonato alla città di Treviso con un’esposizione permanente rappresentata da importante antologia di arte moderna, con opere del secondo Ottocento e della prima metà del Novecento , la cui "spina dorsale" è rappresentata dalla collezioni di opere di Arturo Martini.