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PHILOSOPHY

CAMBIAMENTI STRUTTURALI DEL NOSTRO FUTURO

 

INTRO

Oggi il consumatore finale ha un grande potere e cioè quello di decidere di “acquistare in modo responsabile”.

Infatti, il grande ciclo del maxi-consumismo “avere tutto a qualsiasi prezzo il piu’ velocemente possibile”, ha iniziato la sua discesa a vantaggio di una nuova consapevolezza: “scegliere in modo etico e sostenibile”.

Il potere dell’accessibilità delle informazioni sta trascinando le aziende a “svelare” la loro natura nel gestire la produzione, la realizzazione dei prodotti e la distribuzione.

Il ruolo della responsabilità sociale e ambientale sta diventando un qualcosa di reale. L’azienda non sarà più classificata e posizionata nella testa dei consumatori per il proprio logo, ma per i valori reali, socialmente riconosciuti dai clienti stessi.

Molte aziende, in particolar modo nel fashion, hanno dei business model troppo vecchi per l’attuale velocitá di sviluppo.

Alla fine, non è sufficiente dichiarare per esempio, in una collezione di moda, l’utilizzo di un tessuto biologico o in una collezione di Design oggetti “recycle” per essere etici o sostenibili.

Questo messaggio è troppo spesso utilizzato come slogan per cavalcare l’attuale trend utilizzando una comunicazione ingannevole.

PRESUPPOSTI

L’obiettivo è quello di creare presupposti e una giusta consapevolezza su come “muoversi” a livello generale all’interno dei singoli settori merceologici come per esempio moda, design, architettura e food, a causa della loro sempre maggiore complessità e “difficile lettura”.

Le aziende sono fatte da persone che a loro volta sono dei consumatori.

E’ sbagliato pensare che siano due entita’ diverse, la sensibilità di certe tematiche come quella che stiamo scrivendo appartengono alle singole persone, siano essi operai, manager o imprenditori.

E’ un qualcosa che va al di la’ dei numeri, studi di mercato, finanza e altro ancora.

PATTO DI LEALTÀ

Il passo da fare deve essere sinergico e leale tra aziende e consumatore finale.

Da un lato l’azienda si impegna a dare le informazioni eticamente corrette con la garanzia di essere in sintonia con la società, il territorio e l’ambiente e dall’altra il consumatore finale “ripaga”, questo comportamento responsabile, attraverso la sua fidelizzazione diventando un vero e proprio follower dei valori dell’azienda stessa.

L’atteggiamento futuro di tutti noi sarà sempre più quello di informarsi, non solo sulle caratteristiche del prodotto comprato, ma anche quello di conoscere la BRAND VALUE dell’azienda piccola o grande essa sia.

La distanza tra le due parti non esiste piu’. 

Questo significa che i rapporti saranno sempre piu’ stretti e l’impegno sociale, ambientale e territoriale delle aziende si deve basare su saldi principi del design etico e sopratutto di un codice etico interno che regola il funzionamento e i processi gestionali, produttivi e distributivi.

2030

A creare maggiore consapevolezza sia del consumatore sia dell’azienda, è L’ONU che ha elaborato una agenda di 17 punti per il 2030 sottoscritta da gran parte delle nazioni nel mondo dove fissa degli obiettivi chiari, quantificati e strutturali.

Le risorse e materie prime a disposizione diminuiscono ogni giorno e causa di questo decadimento non sono responsabili solo le grandi multi nazionali, ma anche i consumatori attraverso il loro comportamento nell’acquisto del prodotto.

Il vero significato di “consapevolezza del consumatore” è “avere conoscenza e il rendersi conto di qualcosa”.

Parola che esprime molto bene quello che dovrebbe essere all’attenzione da parte di tutti.

TEMPO E PREZZO

Un altro concetto fondamentale è il rapporto che esiste tra TEMPO e PREZZO.

Infatti, gli elementi strategici del “tempo” e del “prezzo” utilizzati, non devono e non possono piú condizionare le scelte. 

Slow+Fashion+Design non vuole trattare solo il prezzo come elemento unico di scelta di acquisto, come fanno quasi tutti, ma anche considerare la seconda ‘leva’ del “tempo” forse piu’ determinante del prezzo stesso. 

FAST

Viviamo in un sistema di società dove il tempo è legato strettamente alla “velocità” e, tutto ció che richiede maggior tempo, che sia di produzione, di vendita o altro, viene vissuto come un handicap o un qualcosa di poco valore.

Il modello attuale di vita delle persone e delle aziende “fast”, detta le scelte della società occidentale. Molto spesso in questo modello di sviluppo nascono pero’ delle enormi contraddizioni di fondo. 

Le grandi aziende per tenere bassi i costi-prezzi hanno la necessita’ di produrre in terre lontane a basso costo di manodopera, spesso poco conosciute e con una notevole difficolta’ di traporto.

le CONTRADDIZIONI

La prima contraddizione nasce dalla necessita’ di produrre in posti lontani per abbattere i costi dove il tempo di trasporto puo’ durare anche piu’ di un mese se avviene via nave. Il tempo come elemento strategico è utilizzato semplicemente per ottenere economie di scala di realizzare prodotti da persone poco protette e costrette a garantire grandi quantità giornaliere. 

Questa e’ una contraddizione di fondo incompressibile perche’ il tempo non è utilizzato per realizzare meglio un oggetto, un capo di abbigliamento o del cibo, ma semplicemente per abbattere un mese e mezzo di trasporto allargando la forbice dei profitti aziendali.

La seconda grande contraddizione è la continua corsa ad abbassare i costi-prezzi a scapito della qualità dei materiali e delle lavorazioni.

Gran parte delle aziende si concentrano sui calcoli di pochi centesimi per ridurre il prezzo dell’oggetto, del cibo o di un capo di abbigliamento impoverendo i prodotti stessi.

L’obiettivo di molte aziende e manager non è di creare un rapporto leale con l’ambiente e il consumatore finale dove l’etica e la correttezza dovrebbe essere un qualcosa che non venga messa in discussione.

La cosa giu’ grave è quello di far credere soprattutto al consumatore finale che sta comprando un oggetto o un capo di qualità perchè alla moda e di tendenza e il fatto che costi poco lo si da’ per scontato, senza mai chiedersi la motivazione di un prezzo a volte surreale.

I prodotti si impoveriscono diventano quasi finti, privi di “anima” regalando un piacere estetico di brevissima durata, ma nulla più.